Friday, April 28, 2006

Scenari 2 : la risposta di Marco Taradash su neolib.it

1) Ogni ipotesi di terzo polo è irrealistica, velletaria e peggio ancora inutile;
2) Estendere il concetto di neolib fino ai socialisti schierati a destra produce confusione;
3) Forza Italia, cioè Berlusconi, è il punto di riferimento all'interno del centrodestra. E' bastato a B. un mese di campagna elettorale all'insegna dell'opposizione liberale al futuro governo Prodi per recuperare quasi tutto ciò che si era perso in cinque anni di governo poco liberale. Gli altri partiti non hanno quel linguaggio né quei riflessi. E Fini deve ancora farne tanta di strada: è compiutamente democratico ma liberale a targhe alterne;
4) Non è realistico il progetto di creare una corrente liberale dentro Forza Italia: essa è un comitato elettorale perfettamente funzionante alle elezioni, ma non c'è, al momento, possibilità di fare politica al suo interno;
5) Occorre dare vita concreta, sostegno, organizzazione, idee e capacità di iniziativa a un soggetto autonomo che si proponga di lavorare in stretta connessione con Forza Italia. E' la strada intrapresa dai Riformatori Liberali. Autonomia e interconnessione sono due facce della stessa medaglia.
A presto, Marco Taradash

Thursday, April 27, 2006

Scenari



Sul sito www.neolib.it è in corso un cortese scambio di opinioni sul futuro delle frammentate realtà liberali che, inquiete, cercano di delineare un futuro, magari insieme, dove si può e come si può.

Pensando a voce alta, la prima cosa che mi passa per la testa è quella di individuare un luogo politico, in cui ancor oggi esista una seppur debole idea di liberalismo, pensiamoci su, ognuno avrà le sue opinioni, per me è Forza Italia.

Pago il prezzo elevato di passare per illuso, ingenuo e sicuramente stronzo (per qualcuno), ma ipotizzo uno scenario politico, nel mio Blog credo di essere libero di farlo e disfarlo.

Cosa succederebbe se buona parte dei validissimi Bloggers (di Tocque-ville.it per esempio) si organizzasse in una Associazione a struttura leggera (come potrebbe essere NeoLib) e si facesse carne ed ossa nei prossimi congressi di Forza Italia, con la forte motivazione di costituire un correntone liberale all'interno di un partito che necessita di questa ventata ?

Una clac liberale, che individua all'interno di Forza Italia i suoi riferimenti (un nome su tutti : Antonio Martino), che si organizza in ogni città con Club o qualsiasi altra realtà associativa, con lo spirito di chi vuole cambiare le cose perchè si rifiuta di accettare l'idea che sia imposssibile.

Credo che Forza Italia di questo abbia bisogno, più che di Motore Azzurro, il dopo Berlusconi (che si dovrà prima o poi affrontare) potrebbe essere in mano nostra, se lo volessimo.

Wednesday, April 26, 2006

Immigration re-storm




Quale è la risposta della Casa Bianca in seguito alla recenti manifestazioni (l'ultima della quali svoltasi a Los Angeles California) di milioni di immigrati irregolari, che decidono di dare voce e volti alla loro presenza sul suolo americano ?

Si parte innanzitutto dall'analisi della giustezza o meno di una amnistia degli irregolari (ad es.) Messicani, quando nel frattempo altri milioni di persone aspettano, in liste d'attesa lunghissime, seguendo il normale iter in vigore negli USA.

Certo non aiuta sentire i Messicani sostenere che le terre del sud-ovest sono state "rubate" dagli americani, e che quindi gli "irregolari sarebbero questi ultimi, nè aiuta la minaccia di ridurre l'economia americana in ginocchio, con scioperi e altre forme di protesta.

La cosa estremamente affascinante è che una amnistia sarebbe criticata, in primo luogo, da quegli immigrati che invece vivono e lavorano in America regolarmente, e che non vogliono essere parificati a chi, invece, rifiuta le leggi federali, per non parlare dei Sindacati, orstili anche loro alla proposta.

Questo avviene in un paese che offre opportunità di lavoro, ancor oggi, a tutto il mondo, chi gode di questa preziosa possibilità e diventa, a pieno titolo, un American Citizen, comprende anche una certa rigidità (per quanto modificabile e migliorabile) nell'Immigration Reform, solo allo scopo di garantire la sicurezza entro i limiti nazionali.

E' all'interno di questa sicurezza che l'inaffondabile modello americano si sviluppa, garantendo un continuo miglioramento della qualità della vita a chi ne comprende il valore e l'importanza.

Su questa analisi si potrebbe cominciare a studiare e sviluppare un dibattio sull'immigrazione nell'Unione Europea, con un approccio autenticamente liberale, scevro da ideologismo sterile e ben territorilizzato e contesualizzato alla realtà della nostra Europa.

Thursday, April 20, 2006

Scuola privata, una nuova opportunità

Uno dei temi centrali nella discussione che riguarda il servizio pubblico è certamente quello sulla scuola, quella che Boselli vorrebbe pubblica "alla terza", e che noi liberali ribelli nei confronti della normalizzazione vorremmo restituire alla libera scelta degli individui.

"Education is for children, not for profits", sostiene il NUT (Unione Nazionale degli Insegnanti, negli USA), come se il profitto e, al tempo stesso, un funzionale sistema di istruzione, fossero incompatibili.

La realtà può essere molto diversa, la privatizzazione dell'istruzione che destabilizza il sentire comune - più che altro per il rischio che affaristi senza cuore si impadroniscano del servizio, rendendolo non accessibile alle categorie più povere - viene attuata in quei paesi che la povertà la conoscono veramente : Africa e India.

Proprio in questi due paesi risulta che dal 65 al 75% dei bambini, che vivono negli slums o nei vari tribal settlements, frequenta scuole private. Gli imprenditori, forti di un nome spesso rispettabile e rispettato all'interno del contesto in cui operano, investono nella creazione di scuole che sembrano soddisfare maggiormente il bisogno di apprendere dei ragazzi e le aspettative dei genitori, quelli che non attendono certo che il governo faccia qualcosa.

James Tooley (Professore dell'Università di Newcastle) sul Times del 17 aprile descrive il buon funzionamento di questo sistema, dovuto alla presenza del cosiddetto "price mechanism", solo quando si paga il prezzo di un servizio a qualcuno si ha veramente la percezione del controllo di ciò che si richiede.

La critica che i Sindacati e le varie baronie di Insegnanti potrebbero fare a questo punto, è che un sistema scolastico privatizzato comporta, inevitabilmente, tagli sugli stipendi e sul personale, la risposta è data proprio dal libero mercato : se sul mercato esistono individui disposti ad essere flessibili negli orari e a ridimensionare i loro guadagni, nello svolgere la funzione di insegnamento, e a beneficiare di tutto questo sono i meno abbienti, dove nasce il problema ?

Wednesday, April 19, 2006

Il non-senso della vita

"Lui si limita ad osservare, a tentare di capire, come un qualsiasi spettatore, dietro il banco degli accusati, il suo processo. E viene condannato alla ghigliottina, che è poi la condanna dell’indifferenza che affligge l’uomo moderno"

dal sito www.dramma.it

C’è un profondo pessimismo, tradito da un atteggiamento di passiva indifferenza, nel Mersault, protagonista dell’adattamento di Marco Baliani di uno dei testi più inquietanti e coraggiosi del Novecento di Albert Camus, “Lo straniero”, pubblicato nel 1942 e che affronta senza mezzi termini il problema del non-senso della vita, dello smarrimento esistenziale dell’uomo moderno. La pièce, con coraggiosa ed intelligente operazione, è stata portata in scena dal Piccolo Teatro di Catania, con il progetto e la regia di Gianni Salvo e con i costumi di Oriana Sessa, fa penetrare lo spettatore nel dramma di un uomo che è poi l’uomo moderno, afflitto da mille contraddizioni, distratto da mille cose, mai sicuro. La scena, prigione dell’anima, ben rende l’idea della sofferenza, dell’inquietudine del protagonista Mersault, autore di un omicidio senza un movente plausibile, che trascorre in carcere l'attesa della propria esecuzione. In un atto unico, nell’adattamento di Marco Baliani, lo spettacolo rilegge il testo di Camus a ritroso, partendo dalla fine, dall’ultima notte del confuso Mersault, in carcere, aspettando la propria esecuzione. Il racconto in una scenografia che è prigione, è spiaggia, è aula di un tribunale, vede sempre in primo piano lo straniero, l’uomo privo di ogni convenzione sociale, di reazioni emotive, indifferente alla banalità della vita quotidiana, ora nel carcere algerino per aver ucciso, con quattro colpi di pistola, un arabo. Gli unici sentimenti che riesce a vivere sono quelli del vuoto e della solitudine e l’opera è di per sé il resoconto della sua vita, dalla morte della madre fino a quel momento. Mersault vive solo, si annoia, è un taciturno, si sente continuamente estraneo, i suoi rapporti con gli altri sono basati sulla totale indifferenza, perfino il funerale della madre, morta in un ospizio dove era ormai ricoverata da anni, sembra non scuoterlo e per questo viene condannato da un puntiglioso giudice che lo interroga dall’alto e tutto il processo sembra ruotare intorno alla sua indifferenza, all’incapacità di piangere al funerale della madre, al film di Fernandel che ha visto con la sua amante Maria, il giorno dopo. Nell’adattamento di Marco Baliani si pone in risalto, attraverso il personaggio di Mersault, l’incapacità di comunicare e la tendenza a giudicare e a condannare senza saper ascoltare ed è quello che accade al protagonista, estraneo anche al processo che si svolge attorno a lui. Lui si limita ad osservare, a tentare di capire, come un qualsiasi spettatore, dietro il banco degli accusati, il suo processo. E viene condannato alla ghigliottina, che è poi la condanna dell’indifferenza che affligge l’uomo moderno.

Tuesday, April 18, 2006

Prodi leader....di un asse anti-USA!

Il Financial Times non è l'unico organo di informazione estero a nutrire sani dubbi sulla coalizione Prodiana che si propone di governare.

Da un briefing paper dell'Heritage Foundation si desume che, ragionando, non ci può essere la fiducia nella durata di un governo così composto, addirittura si arriva a pronosticarne una fine entro 6 mesi/1 anno.

Buona lettura.


Italy's Regime Change: What Washington can Expect from Romano Prodi
by Nile Gardiner, Ph.D.


April 12, 2006



Italy’s left-wing Union coalition, headed by Romano Prodi, has claimed victory in this week’s general election. Incumbent Prime Minister Silvio Berlusconi, however, refuses to concede and has demanded a recount of 43,000 spoiled ballots. If Prodi succeeds in forming the next Italian government in May, as is likely, he will face a huge challenge in governing the country effectively with a wafer-thin majority, and Italians can expect a new era of political uncertainty, with the prospect of another election in the near future.


Given the divisions within Prodi’s multi-colored coalition, which includes unreconstructed Communists, centre-left parties, Greens, Catholic groups, and some Christian Democrats, it is difficult to see how Prodi will keep the warring factions together. It is even harder to see how the new government will be able to deal with the huge economic problems that have earned Italy the reputation as the new ‘sick man of Europe,’ a staggering achievement considering the intense competition for the title from both France and Germany. Prodi’s last government in the 1990s lasted less than two years, brought down in 1998 by a disagreement with the powerful Communist Refoundation Party. It is conceivable that his new administration may not survive beyond six months to a year.


Despite this domestic weakness, Prodi is likely to be aggressive on the international stage, and will attempt to fundamentally alter the outlook of Italy’s foreign policy. As the centre-right period of dominance in Italian politics draws to an end, the U.S. must watch for a potential anti-American axis developing between Rome, Paris, and Madrid.




Friday, April 14, 2006

Ghedini propone la fine della "fumata azzurra"

Il Coordinatore Regionale Veneto di Forza Italia propone, con una lettera agli iscritti, di modificare lo statuto del partito, giungendo quindi all'elezione diretta - da parte degli iscritti - del Segretario Regionale.

Lo statuto di FI prevede che, fino a questo momento, la classe dirigente sia "calata dall'alto", per decisione di un Conclave azzurro che, sull'esempio della "fumata bianca" Vaticana, sceglie i riferimenti regionali.

Nella stessa lettera viene analizzato l'ottimo risultato in Veneto di Forza Italia, e riconosciuto il merito all'attuale Presidente Galan, per l'importante lavoro svolto.

Trovo davvero puntuale l'idea di Ghedini, mi vien quasi voglia di iscrivermi a FI e, magari, contribuire all'attuazione di questa democratica modifica.

La Rosa Nel Pugno...Sconfitta e Scalfitta

Eugenio Scalfari - durante la consueta trasmissione "La Scalfittura" (Rai sat extra) - intervistato da Floris, sostiene che molta della responsabilità, nella perdita dell'ampio vantaggio dell'Unione, è attribuibile al comportamento dei partiti dalle posizioni più radicali nella coalizione Prodiana.

Questi soggetti politici, incoraggiati dalla legge elettorale, accentuando le stonature rispetto allo spartito del centro sinistra, avrebbero confermato la frammentazione interna dello schieramento.

Scalfari cita, tra gli altri, il "laicismo" di Pannella e Bonino (qui i feticisti delle differenze semantiche tra laici e laicisti si potranno sbizzarrire) rispetto alle posizioni cattoliche più conservatrici.

La Rosa Nel Pugno, che ha determinato la vittoria di Prodi con la sua presenza, per Scalfari è tra i responsabili della mancata conquista dell'elettorato indeciso.

Thursday, April 13, 2006

Back from Mumbai

Tornai dal mio viaggio in India cambiato, le mutazioni però non eran quelle della maggior parte degli individui della generazione 60ies o 70ies, degli anti-edonisti degli 80ies o della rivoluzione New Age postpsicofarmaci dei 90ies.Io tornai cambiato in altro modo.Fu così che nel mio tranch, guardando delle cravatte Marinella in una boutique del centro, ebbi la consapevolezza della mia mutazione, quasi genetica (roba da film di David Cronenberg). Tornai realista e realizzato, Berluscones disilluso, liberale maturo, strictly american (come già ero), con uno snobistico rifiuto nei confronti del laicismo anticlericale, una simpatia reazionaria nei confronti del Cardinale Ruini.Tornai diverso anche nel vegetarianismo, prima categorico ed ideologicizzato da una non consapevole nonviolenza, oggi modificatosi in una avversione alla carne, ma con un debole per i carpacci di pesce, tagliati sottili.Alla ricerca del "mocassino perduto" come uno sfavillante Indiana Jones neo-con, improvvisamente impegnato nel lavoro (mi contabilizzo mentalmente le detrazioni in busta paga da autoinfliggermi per il tempo perso nei blog) da buon "fioeo del paron", figliol/prodigo evangelizzato, guardo al futuro con un imprevedibile ottimismo e una stupefacente serenità.

Lo strabismo dell'Economist

Il giornale londinese "The Economist" - dopo mesi di antiBerlusconismo senza se e senza ma - titola "Close but no cigar", riferendosi alla performance elettorale di Prodi, la fantasiosa Italia si inventerà qualcosa per governare una situazione che, di fatto, non promette nulla di buono per l'Unione.
La proposta di Berlusconi relativa alla Grande Coalizione, fa sorridere pure lui e innervosire gli "almost winners", queste infatti sono manovre che in fondo convincono solo personaggi del calibro di Follini, noi liberali anglosassoni preferiremmo lavorare per la costituzione di un partito unitario di centro destra, più che pasticciare un Golem del genere.
L'unica sicurezza, per il momento, visto il buon risultato della sinistra radicale, è quel superamento della legge Biagi minacciato durante la campagna elettorale, legge che è stata l'unica vera soluzione pratica al lavoro nero e alla disoccupazione, e che quindi ha risolto problemi che l'incompetenza sindacale italiana non si sarebbe mai sognata di affrontare.
Mentre la Cassazione controlla, si disegnano scenari poco entusiasmanti, aspettiamo quindi, con speranza, quel c'è-qualcosa-che-non-va che restituirebbe ai cittadini, e al loro maturo voto, la possibilità di esprimere fino in fondo la contrarietà alla neonata normalizzazione Prodiana.
Fossi iscritto chiederei un congresso per eleggere Della Vedova segretario



da Il Foglio del 12 aprile 2006 pag 2
di Christian Rocca
Zero senatori. Marco Pannella fuori dal Parlamento, come da quattordici anni. Soltanto otto o nove deputati radicali, roba da uno-virgola-qualcosa. Il fallimento elettorale della Rosa nel pugno è clamoroso e ampiamente meritato. Un tempo i radicali erano quelli che capivano al volo la società, quelli che contribuivano più di ogni altro a dare linfa vitale al paese, a renderlo più moderno. L’ultima volta è stata nel 1999, quando si sono presentati alle Europee con una piattaforma elettorale liberale e liberista su cui hanno ottenuto quasi il nove per cento dei consensi. Non lavoro alla Nexus, ma posso svelare che quasi tutti i miei conoscenti che allora votarono Lista Bonino, domenica hanno scelto Forza Italia E lo hanno fatto nonostante Forza Italia e malgrado Silvio Berlusconi sia il responsabile principe della mortificazione dei liberali nel centrodestra. Eppure, i conoscenti del mio piccolo exit poll personale hanno scelto il Caimano come credo chiunque altro, talebani-radicali a parte, abbia condiviso le campagne pannelliane dal 1992 a oggi. Soltanto di una cosa costoro domenica erano certi: mai avrebbero potuto votare il fascio di poteri e di interessi e di corporazioni che avvolge questo centrosinistra italiano. Certo, l'abolizione dell'uninominale è stata un duro colpo, ma non è che l'altra parte pulluli di maggioritari all'inglese (e in ogni caso la legge "porcata" ha funzionato benissimo: quale altro sistema avrebbe dato una maggioranza così chiara con uno scarto dello 0,6 per mille?). Certo, c'è stata la legge sulla fecondazione, la prima norma a favore della vita che rende più difficili le nascite, ma dalla propaganda elettorale della Rosa mi pare di aver capito che quella legge sia ben accolta anche nell'Unione. O no?
La laicità dello stato, poi. Come se fosse in discussione. Come se davvero l'Italia corresse il rischio di trasformarsi in una teocrazia, soltanto perché Camillo Ruini, che non è il rappresentante di uno stato straniero ma dei vescovi italiani, interviene nel dibattito pubblico come Epifani o Montezemolo o l'ex presidente delle Coop Lanfranco Turci.

Lavorassi alla Nexus mi piacerebbe scoprire quanto di questo 2,5 per cento ottenuto dalla Rosa provenga dai radicali. Io credo che sia in maggioranza un voto socialista, di quei socialisti che avevano già abbandonato il loro capo, mentre Pannella guidava gli autoconvocati del Parlamento degli inquisiti. Un radicale si sarebbe vergognato a sentire proclami in favore della scuola pubblica in bocca a uno dei suoi leader. I radicali non sono sindacalisti Uil: un radicale avrebbe cambiato canale ad ascoltare gli imbarazzanti comizietti contro il berlusconismo di Emma B. e Daniele C. Un radicale sarebbe entrato in analisi alla notizia che Alfredo Galasso, ovvero l'avversario ideologico degli anni Novanta, si fosse schierato con loro. Se non altro in memoria di Leonardo Sciascia.
Potevano, i radicali, votare contro chi ha introdotto dosi di flessibilità.ad eleggere chi vi si è opposto? Come avrebbe potuto votare l'Unione, un pannelliano americano, israeliano e che ha pure visto il bravo Capezzone trionfare tra i neocon di Washington?
Pannella spiega gli insuccessi post '99 con la scarsità di mezzi attuali e con la disponibilità finanziaria di allora. In parte è vero, in parte no. Il punto è che allora apparivano come il volto presentabile di uno schieramento liberale, moderno e di centrodestra. Un motivo c'era. Il piano di Pannella nell'Unione è stato invece tanto ambizioso quanto fuori sincrono con l'Italia reale, Consisteva nel liberarsi dell'anomalia berlusconiana, per poi dedicarsi a cambiare la sinistra e riformare l'Italia. Ma non si è accorto che, malgrado tutto, nel paese Berlusconi c'è ancora. In realtà Pannella ha avvertito i suoi del rischio, ma questi non si sono accorti di essere diventati quei radical chic favoriti nei salotti che non sono mai stati. Marco è fuori dal Senato, ma i suoi voti hanno contribuito all'elezione di 38 senatori comunisti, più Franca Rame e tre marescialli dipietristi. Fossi iscritto al partito, chiederei un congresso per eleggere segretario Benedetto Della Vedova, E' un neodeputato. Di Forza Italia.

Wednesday, April 12, 2006

Pim Fortuyn



























Esistono dei personaggi politici che fanno a brandelli le nostre roccaforti di convinzioni prefabbricate, come un virus entrano negli archivi delle nostre posizioni politiche, gelosamente custodite e sempre poco ridiscusse.

Uno di questi è Pim Fortuyn, da alcuni definito l'Haider di Rotterdam, semplicisticamente definito il "gay xenofobo" da molta stampa europea, in occasione della sua morte avvenuta a maggio del 2002 a Hilversum, in Olanda.

Rivediamo alcuni degli aspetti di questo carismatico e controverso liberale (ma non troppo) olandese, eletto capo lista del partito Leefbaar Nederland all'estrema destra del Parlamento Olandese, per lui in Olanda c'erano già abbastanza extra comunitari, perchè insistere con il multiculturalismo ? Modello di società inattuabile in Europa, lui esprimeva un totale dissenso nei confronti degli Islamici in particolare, che una volta giunti in Olanda, ne criticavano quegli aspetti della società olandese che noi liberali antiproibizionisti apprezziamo, eutanasia, legalizzazione delle droghe e della prostituzione, il ruolo della donna e il riconoscimento delle coppie gay (definite da un imam di Rotterdam "maiali").
Tutti questi concetti venivano portati avanti con i modi e i toni di un Dandy sorridente e provocatore, lui che ammirava Silvio Berlusconi, considerato uno dei politici più innovatori del panorama europeo, lui che aveva una formazione marxista ma aveva raggiunto una maturità estrememente liberale e avversa al politically correct, imposto dalla classe politica olandese.

Pim Fortuyn era gay dichiarato, per disorientare ancora una volta l'opinione comune, si circondò nel suo partito di persone di colore (il suo Vice era di Capo Verde), venne cacciato e poco prima di essere ucciso a coltellate da un fanatico animalista di estrema sinistra, creò il suo partito, la lista Pim Fortuyn che raccolse molti membri del Leefbaar N.

Perchè vi parlo di Pim Fortuyn ? Perchè vorrei che a lui venisse dedicato il Club dei Riformatori Liberali Veneti, perchè sarebbe il simbolo amorale del nostro essere eversivi ad un sistema di poteri forti nei quali non ci identificheremo mai, perchè quelli che sono tutto e il contrario di tutto ci piacciono perchè ci assomigliano.

Perchè Pim Fortuyn è il contrario della noia.

Sarebbe bello che il nostro Club RL Veneto venisse presentato il 6 maggio del 2002, il giorno in cui Pim Fortuyn è stato assassinato.

i Kaimani col "k"




Io posso anche - con fatica, certo - accettare che il Corriere della Sera decida di dare più spazio alla novità politica della Rosa Nel Pugno, dall'inizio della campagna elettorale credo Pannella debba ridimensionare drasticamente l'enfasi della sua richiesta di informazione, negatagli per molto tempo dall'establishment mediatico italiano, ma oggi in grande recupero.

Quello che mi inquieta però è :

-perchè su Panorama i Riformatori Liberali hanno avuto solo una mezza paginetta ? (nella quale se non sbaglio si parlava, per metà articolo, del fatto che erano fumatori e contrari alla legge anti-fumo di Sirchia...come se fosse al primo posto del loro programma politico!)

-perchè Giuliano Ferrara ha invitato i RL solo ad una misera puntata (nella quale partecipavano tutti i partitini negli schieramenti, con il Gulliver Ferrara che, sardonicamente, dirigeva l'orchestra semi-divertito).

-perchè il Giornale (che però qualcosa in più ha fatto) è finito per indirizzare i voti dei radicali alla Rosa Nel Pugno?, continuando a sottolineare le differenze tra l'approccio laico e riformista della novità Boselliana, rispetto al dirigismo dei cattolici di sinistra e della sinistra radicale.

Non voglio protrarre i "perchè" (di Socciana memoria!), ma non si possono non ritenere responsabili del povero risultato elettorale realizzato in Veneto (e nelle altre due regioni) per i RL, soprattutto le fonti di informazione che avrebbero dovuto dare risalto al nostro progetto politico, semplicemente per una sorta di empatia con una forza giovane, fermamente liberale e liberista, che non si è voluta mescolare al socialismo edulcorato di Boselli e compagni.

Senza troppa amarezza invece, dovremmo guardare il dato - povero ma al tempo stesso incoraggiante - delle 2800 persone che hanno voluto premiare i RL al Senato, in Veneto, questo dato ci dice che c'è una base e che ci aspetta un gran lavoro da fare sul territorio per farci conoscere, nel nostro lungo e tortuoso percorso di modernizzazione di questo centro destra.

Tuesday, April 11, 2006

Sognando Reagan

"we are talking 'bout the Reagan'omics
Oh Lord, down in the Congress
They're passing all kinds of bills
From down on Capitol Hill, we've tried it"

....cantava il rosso Mick Hucknall dei Simply RED.

Votando Berlusconi ma sognando Reagan, questo è stato il mio voto alle politiche del 2006.

Provo un certo fastidio nei confronti di chi definisce il voto alla Cdl il "meno peggio", chiaramente ed inequivocabilmente, il peggio si è localizzato tutto a sinistra, dai Sindacati alle Banche che votano alle primarie del csx, dalla Confindustria pigra ed arrogante al CdS, dai magistrati post-golpe ai beneficiari e mandanti dello stesso.

Basta con l'ipocrisia, il peggio era ed è tutto a sinistra.

Certo avrei voluto sentire replicare a Prodi da Berlusconi che l'unica ricetta contro l'evasione fiscale l'ha inventata il Signore alla mia destra, il quale sosteneva che le tasse non possono e non devono regolare e modificare la vita, sia economica che sociale.

La società libera non può non basarsi sul diritto di sbagliare, di arricchirsi, di salire e di scendere dal treno del successo e della ricchezza.

Questo mi ha insegnato il Cowboy, questo voglio (ancora) da Berlusconi.



Posto gli sms che hanno caratterizzato la mia giornata di ieri :

"in queste ore un brivido di ottimismo sta pervadendo il mio corpo....Spero di non sbagliarmi, Viva i RL!!!
M.

"sto impazzendo...Addio! bel blog....manda un invito al tuo amico R....
F.

"Vedere Capezzone in Tv mi fa vomitare! molto vomitare!"
F.

"Se può consolare minima diff. Al Senato. Grande nord! Hai sentito i rosastri al senato ?
L.

"ciao, ho chiamato solo per sentire la tua voce, un bacio"
S.

"Puttana eva! Hai visto i rifondaioli! Parassiti!
L.

"Vittoria!"
M.

"E' meglio aspettare.."
A.

"sto infartando!"
F.

"il mio blog è in costruzione, un abrraccio"
M.

"Hai il tranch come Rutelli, non è che mi salti sul carro dei vincitori?"
D.

"Vittoria?"
M.

Sono a dieta




Iniziato il blog con un incauto pessimismo, sempre meglio dell'ottimismo "coglione", anzi, coglione, di Piazza S. Apostoli (Roma), un tir giallo messo di sbiego, un party che non parte...

Sono a dieta da quasi 24 ore, la mia lista della spesa è stata :
-pomod
-ban
-tofu
-zucch
-fette farro senza sal
-ciocc fondente

Ho cercato disperatamente su sky qualcosa che mi tenesse lontano dai commenti ai risultati, fallita missione, mi sono addormentato tardi, saturo e ancora sovrappeso.

Monday, April 10, 2006

Mersault, chi era costui ?




Ho preso la decisione di aprire il mio Blog oggi, giorno di sconfitta per il Centro Destra, giorno di pioggia dentro e fuori.

Decido di intitolarlo "Mersault", come il personaggio del libro "Lo straniero" di A. Camus, una delle letture che mi sono entrate nel sangue durante l'adolescenza.

Apro un Blog oggi perchè guardandomi in giro, in questo giorno, mi sento Straniero anch'io.