Wednesday, April 26, 2006

Immigration re-storm




Quale è la risposta della Casa Bianca in seguito alla recenti manifestazioni (l'ultima della quali svoltasi a Los Angeles California) di milioni di immigrati irregolari, che decidono di dare voce e volti alla loro presenza sul suolo americano ?

Si parte innanzitutto dall'analisi della giustezza o meno di una amnistia degli irregolari (ad es.) Messicani, quando nel frattempo altri milioni di persone aspettano, in liste d'attesa lunghissime, seguendo il normale iter in vigore negli USA.

Certo non aiuta sentire i Messicani sostenere che le terre del sud-ovest sono state "rubate" dagli americani, e che quindi gli "irregolari sarebbero questi ultimi, nè aiuta la minaccia di ridurre l'economia americana in ginocchio, con scioperi e altre forme di protesta.

La cosa estremamente affascinante è che una amnistia sarebbe criticata, in primo luogo, da quegli immigrati che invece vivono e lavorano in America regolarmente, e che non vogliono essere parificati a chi, invece, rifiuta le leggi federali, per non parlare dei Sindacati, orstili anche loro alla proposta.

Questo avviene in un paese che offre opportunità di lavoro, ancor oggi, a tutto il mondo, chi gode di questa preziosa possibilità e diventa, a pieno titolo, un American Citizen, comprende anche una certa rigidità (per quanto modificabile e migliorabile) nell'Immigration Reform, solo allo scopo di garantire la sicurezza entro i limiti nazionali.

E' all'interno di questa sicurezza che l'inaffondabile modello americano si sviluppa, garantendo un continuo miglioramento della qualità della vita a chi ne comprende il valore e l'importanza.

Su questa analisi si potrebbe cominciare a studiare e sviluppare un dibattio sull'immigrazione nell'Unione Europea, con un approccio autenticamente liberale, scevro da ideologismo sterile e ben territorilizzato e contesualizzato alla realtà della nostra Europa.

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