Tuesday, November 28, 2006

BuBBle di Steven Soderbergh




Questo è un film che, certamente, piacerà a chi è sempre alla ricerca dell'altra America, quella depressa e senza speranze, in cui le prospettive di miglioramento, della propira condizione esistenziale, stanno migliaia di chilometri lontane ed anche metereologicamente sembra esprimersi questa angoscia irreversibile.
In Bubble c'è un morto ammazzato, ma in realtà ce n'è più d'uno, le bambole che vengono costruite nella fabbrica dove i protagonisti del film lavorano, sono molto più espressive delle ombre umane che prendono parte alla vicenda.
Anche l'amore - se ci fossero le circostanze per chiamarlo così - viene ucciso alla nascita, con il furto all'interno di un cassetto in cui un disperato teneva "qualcosa per le emergenze, niente di che", ma sono proprio due persone che si avvicinano, in una quotidianità senza sorprese, ad introdurre quell'elemento di novità che tutti in fondo detestano, perchè allontana dal bonus di produzione di 50 dollari, sovvertendo un sistema di relazioni morbose ma in equilibrio.
Nella prima parte del film la parola più ricorrente è "lavoro", è proprio questo che scandisce le ore, in un countdown quasi snervante verso il prendere coscienza del delitto commesso.

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