Thursday, April 20, 2006

Scuola privata, una nuova opportunità

Uno dei temi centrali nella discussione che riguarda il servizio pubblico è certamente quello sulla scuola, quella che Boselli vorrebbe pubblica "alla terza", e che noi liberali ribelli nei confronti della normalizzazione vorremmo restituire alla libera scelta degli individui.

"Education is for children, not for profits", sostiene il NUT (Unione Nazionale degli Insegnanti, negli USA), come se il profitto e, al tempo stesso, un funzionale sistema di istruzione, fossero incompatibili.

La realtà può essere molto diversa, la privatizzazione dell'istruzione che destabilizza il sentire comune - più che altro per il rischio che affaristi senza cuore si impadroniscano del servizio, rendendolo non accessibile alle categorie più povere - viene attuata in quei paesi che la povertà la conoscono veramente : Africa e India.

Proprio in questi due paesi risulta che dal 65 al 75% dei bambini, che vivono negli slums o nei vari tribal settlements, frequenta scuole private. Gli imprenditori, forti di un nome spesso rispettabile e rispettato all'interno del contesto in cui operano, investono nella creazione di scuole che sembrano soddisfare maggiormente il bisogno di apprendere dei ragazzi e le aspettative dei genitori, quelli che non attendono certo che il governo faccia qualcosa.

James Tooley (Professore dell'Università di Newcastle) sul Times del 17 aprile descrive il buon funzionamento di questo sistema, dovuto alla presenza del cosiddetto "price mechanism", solo quando si paga il prezzo di un servizio a qualcuno si ha veramente la percezione del controllo di ciò che si richiede.

La critica che i Sindacati e le varie baronie di Insegnanti potrebbero fare a questo punto, è che un sistema scolastico privatizzato comporta, inevitabilmente, tagli sugli stipendi e sul personale, la risposta è data proprio dal libero mercato : se sul mercato esistono individui disposti ad essere flessibili negli orari e a ridimensionare i loro guadagni, nello svolgere la funzione di insegnamento, e a beneficiare di tutto questo sono i meno abbienti, dove nasce il problema ?

2 Comments:

Blogger Unknown said...

Il problema di molti insegnanti e' la propria incapacita' di comprendere i meccanismi di funzionamento di un'economia di mercato. Sono ancora fermi al socialismo, ossia all'economia di rapina preindustriale.

3:21 PM  
Blogger Mersault said...

eh sì, altro che il performance related pay di Blair, qui fa più presa il cleptosocialismo...

8:11 AM  

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