Tuesday, November 28, 2006

BuBBle di Steven Soderbergh




Questo è un film che, certamente, piacerà a chi è sempre alla ricerca dell'altra America, quella depressa e senza speranze, in cui le prospettive di miglioramento, della propira condizione esistenziale, stanno migliaia di chilometri lontane ed anche metereologicamente sembra esprimersi questa angoscia irreversibile.
In Bubble c'è un morto ammazzato, ma in realtà ce n'è più d'uno, le bambole che vengono costruite nella fabbrica dove i protagonisti del film lavorano, sono molto più espressive delle ombre umane che prendono parte alla vicenda.
Anche l'amore - se ci fossero le circostanze per chiamarlo così - viene ucciso alla nascita, con il furto all'interno di un cassetto in cui un disperato teneva "qualcosa per le emergenze, niente di che", ma sono proprio due persone che si avvicinano, in una quotidianità senza sorprese, ad introdurre quell'elemento di novità che tutti in fondo detestano, perchè allontana dal bonus di produzione di 50 dollari, sovvertendo un sistema di relazioni morbose ma in equilibrio.
Nella prima parte del film la parola più ricorrente è "lavoro", è proprio questo che scandisce le ore, in un countdown quasi snervante verso il prendere coscienza del delitto commesso.

Friday, November 24, 2006

Sketches of Japan




I Kami, le divinità dello Shintoismo, ci ricordano un forte legame tra l'uomo e la natura, sono negli alberi, nei fiumi, nei laghi e nelle montagne, alcune sono ancestrali, il rapporto tra l'uomo e i Kami si manifesta in tutta una serie di splendidi rituali (la maggior parte di offerta), preghiere, in cui i movimenti del corpo e la concentrazione della mente esprimono devozione.
Ma Kami in Giapponese, viene spesso tradotto come Anima, qualcosa di maestoso, solenne, pieno di virtù.
Una anima universale che risiede nei fenomeni naturali e negli elementi che li determinano, fuori dal controllo dell'uomo che può solo disperatamente tentare di arginare questa immensa potenza.
Rispetto all'Occidente che consiglia il distacco dalle cose che non dipendono da noi, una lezione diametralmente opposta, l'unione con ciò che non governiamo, in devozione.
Seguendo la "via degli esseri di luce", l'uomo si purifica, superando il senso di smarrimento che deriva dalla finitezza e limitatezza della sua esistenza, ritrovando un'armonia con la natura e con i fantasmi.

Friday, November 17, 2006

Goodbye Chicago Boy

Tuesday, November 14, 2006

Gridando in Piazza si perde lavoce.info



Sarà, ma a me la proposta di Tito Boeri e degli economisti vicini a lui (www.lavoce.info), di soluzione dei problemi relativi alla precarietà del lavoro, non convince del tutto.
Forse perché quando sento parlare di salario minimo mi richiama alla mente il “6 politico”, perneato di quell’assistenzialismo soffocante e protettivo, nemico delle libertà individuali.
Certo, se i Sindacati si incazzano qualcosa di buono c’è, ed è quella sottile delegittimazione che questi subiscono in seguito all’introduzione di un minimo salariale e di un aumento dei contributi previdenziali relativi ai contratti atipici, per la “triplice” si tratterebbe della perdita di un forte elemento di autorità, che ancora una volta, ribadirebbe l’incapacità cronica di rappresentare gli interessi dei lavoratori, a vantaggio di pochi protetti, come già succede.
Vedendo comunque l’aria che tira dalla sinistra radicale, tutta diretta a proteggere i contratti atipici e a congelarli, nascondendosi per non vedere l’effettivo miglioramento che la legge Biagi ha apportato, oltre che alla disoccupazione, verso la stabilità di un lavoro a tempo indeterminato per molti lavoratori, verrebbe da dire che la proposta di Boeri & C. porta una boccata d’ossigeno e la progettualità che manca a questo Governo confuso.
La reale soluzione non è sicuramente facile ed indolore, ma è sotto gli occhi di chi la vuol vedere, abbandonando ipocrisie di utilitarismo elettorale, mi riferisco all’abolizione dell’Art. 18, con relativa predisposizione di quel welfare to work che impazza tra i Blairiani, se si avrà il coraggio riformatore di riaffrontare questo argomento spinoso, si andrà nella giusta direzione, in continuità con il lavoro già fatto dal precedente Governo che sarebbe da incompetenti mandare all’aria in nome di un riproposto scontro di classe che non favorisce nessuno.

Wednesday, November 08, 2006

Apriamo le porte alla libertà, Edouard Fillias



“Libertà, io scrivo il tuo nome”, dietro a questa frase si muove da alcuni anni la think tank dei nuovi attivisti per la libertà francesi, il fondatore, Edouard Fillias, è candidato alle prossime elezioni presidenziali col suo Movimento, Alternative Liberale .
Sabine Herold è la portavoce di questo brillante gruppo di liberali francesi, la nuova Lady Liberty che anche questa volta viene dalla Francia, il suo nome girava qualche anno fa, quando Sabine riuscì a portare in piazza circa 81 mila persone, per una protesta (la seconda) contro i Sindacati e i loro scioperi selvaggi.
Il suo approccio con la politica e il pensiero libertario è descritto nel modo più genuino e spontaneo, e forse per questo efficace : “sono sempre stata una libertaria, solo che magari non lo sapevo..”, “sono anti-comunista perché ne conosco le conseguenze, 80 milioni di morti, e sono abbastanza!”.
Credere nelle libertà individuali è quindi la cosa più naturale al mondo, probabilmente è proprio questo che hanno pensato le 81 mila persone che hanno deciso di sfilare alla contro-manifestazione dei sindacati a maggio di qualche anno fa, organizzata da Sabine e da “Libertà, io scrivo il tuo nome” in soli dodici giorni, contro il disagio causato appunto dagli scioperi sindacali relativi al trasporto pubblico, che hanno bloccato il paese per un mese .
Sabine ed Edouard Fillias riescono a far nascere un interesse sempre più vivo nei confronti delle istanze libertarie, in tutti i campi che riguardano la vita dell’individuo, dalla vita economica ai diritti civili, proponendo una visione aperta e moderna sul futuro della Francia, “..studio economia..” dice Sabine, “..e non so ancora se farò politica nella mia vita o no, ma una cosa è sicura, non c’è nessuna legittimazione a fare politica senza aver prima lavorato nel settore privato, non si può legiferare a proposito di impresa privata senza aver prima conosciuto come un’impresa lavora”.
Questi giovanissimi francesi sono ora impegnati a scrivere un “Manifesto Libertario”, per promuovere le loro idee riformatrici, la nuova rivoluzione liberale francese ? “no grazie” dice Sabine, “siamo anti-rivoluzionari, ne abbiamo avute abbastanza di rivoluzioni in Francia, che a volte finiscono con spargimento di sangue, noi vogliamo Riforme, e non vogliamo aspettare”.
Infatti non perdono tempo, e candidano alle prossime elezioni presidenziali il giovane Edouard Fillias, il suo programma ? “Aprire le porte alla libertà”. Giovani, ambiziosi e molto occupati, per questo ci piacciono e li seguiamo.

Monday, November 06, 2006

Bravo Daniele, ma ora ragioniamo.

Dopo l’intervento torrenziale di Marco Pannella sabato sera al Congresso di Radicali Italiani (in diretta su Nessuno TV e commentato in studio da Marco Taradash, portavoce dei Riformatori Liberali), Carlo Menegante lancia la proposta di un Capezzone Fan Club, ad opera di alcuni bloggers, molti dei quali vicini agli stessi Riformatori Liberali.
Non posso che essere tra quelli che hanno estremamente gradito la direzione delle idee di Daniele Capezzone negli ultimi mesi, oltre alla gestione della Segreteria di Radicali Italiani (essendo un ex iscritto), non posso comunque non ricordare l’entusiasmo dello stesso nei confronti dell’iniziativa politica più infelice che Pannella e soci potessero promuovere, la Rosa Nel Pugno, in occasione dello scorso Congresso di Riccione.
Di fronte quindi ad iniziative quali il tavolo dei “volenterosi”, condivido appunto la progettualità, comprendendo il tentativo di smarcarsi da un insostenibile fideismo Prodiano che sembra aver fatto presa anche in casa Radicale, producendo una nuova generazione di militanti e dirigenti che improvvisano dei "j'accuse" poco eleganti (consiglio l’ascolto dell’intervento di Diego Galli, per rendersi conto di ciò di cui parlo).
Detto questo ricordo a Menegante & C. che la scelta di campo fatta dai Riformatori Liberali, in quel momentaccio che sono state le ultime elezioni politiche, è stata la più giusta e al tempo stesso la più difficile che Taradash, Della Vedova, Calderisi, Palma, potessero affrontare, in uno schieramento nel quale una forza riformatrice come RL appunto avrà bisogno di tempo ed energie, per dimostrare il proprio valore di modernizzazione non solo del nostro Paese, ma sopratutto di una classe dirigente della destra.
Il sostegno in questo momento deve essere, a mio avviso, sostegno ai Riformatori Liberali e al Manifesto “Diamo un’anima libertaria al centro destra”, questo ovviamente senza nulla togliere alla stima e all'attenzione verso qualsiasi cosa Daniele Capezzone - Deputato della Rosa Nel Pugno - farà da oggi in avanti, esiste però un altro luogo in cui si fa opposizione al governo Prodi, che non è solo la Piazza in cui il Governo stesso negli scorsi giorni sfila, in nome di un sentimentalismo ipocrita che non risolve i problemi di cui la Legge Biagi si è fatta carico, questo luogo è il centro destra.
Bene quindi ad ogni trattativa diplomatica (il Coordinatore Nazionale di FI Bondi, in primis) che porti l’On. Capezzone dalla parte di chi è fermamente contro a questo Governo e alla sua dannosità, ma diamo tempo al tempo, molte cose ancora dovrebbero succedere prima di iniziative come il Capezzone Fan Club, da parte del popolo blogger dei Riformatori Liberali, nel frattempo sarebbe opportuno occuparsi del peso che la nostra realtà potrà avere e dell’attenzione che si dovrà chiedere ad un centro destra che ancora non sembra comprendere la nostra potenzialità, oltre all'intuito che si deve riconoscere a quello sparuto gruppo di Radicali che, contro tutto e tutti, misero le basi per il nostro percorso politico a destra.