Thursday, October 26, 2006

Rivoluzione liberale in musica ? Liberal-Pop !




Bene, il concetto è questo, come recitava Muzak in una vignetta di un pò di tempo fa, in un momento in cui le rock-stars sponsorizzano bibite, si danno al vegetarianismo, e si ritirano a vita privata in Cottage isolati in campagna, ci si chiede cosa rimanga di trasgressivo, cosa di quella rottura degli schemi che quel genere musicale ha rappresentato, tra i fischi assordanti delle chitarre elettriche, scagliate verso gli amplificatori negli attimi deliranti della vita on stage.
Io una risposta - come Muzak - ce l'ho, non rimane niente di più anticonformista dell'easy listening, musica di facile ascolto, quella che molti Conservatori negli States amano definire Adult Contemporary Music, in cui chitarre acustiche ed elettriche (mai distorte), archi e ottoni con punteggi eleganti, si fondono con testi che farebbero impazzire Neo-Cons, Teo-Dems, e tutti i nostrani sottoscrittori del Manifesto per l'Occidente : famiglia, amicizia, amore etero, bella vita e cocktail parties.
Quindi teniamoci forte, pronti a spararci in faccia a tutto volume pezzi come "The Look of Love" di Burt Bacharach (prima del recente rincitrullimento anti-Bush), oppure dello stesso elegantissimo songwriter la scanzonata "I'll never fall in love again", in cui ci si ripete che è l'ultima volta che ci innamoriamo, e non basta il passare di un giorno o due, per vederci ripetere lo stesso fantastico errore.
Passiamo quindi attraverso i Beatles di Mc Cartney, che è più liberale conservatore del marxista-pacifista Lennon, cose del tipo "The long and winding road", che lo conduce alla porta della sua amata, ballata edulcorata, lontana dalle dissonanze Lennoniane e dai testi criptici, e per questo davvero rivoluzionarie.
Non possiamo farci mancare i Bee Gees, ma non quelli della febbre del sabato sera, quelli di "How deep is your love", romanticismo sfrenato e ottime orchestrazioni.
Per chi non riesce a superare gli anni 80, ricordo i Prefab Sprout, quelli che ci sussurravano che "All the world loves lovers", il mondo ama chi si ama, non dimentichiamocelo, "Cars and girls", "Apetite", tutte Madeleine Proustiane per 30enni ex paninari.
Oggi chi rappresenta il liberal-pop nel panorama musicale attuale ? Certamente è difficile scoprire chi ha il coraggio di uscire dagli stereotipi del guitar-rock da tre accordi, in nome di più raffinate armonie, un nome su tutti ? Certamente Sondre Lerche,giovanissimo e svedese, come gli elettori di Frederik Reinfeldt.
La noia dei diritti rivendicati e gridati dalle rockstars poco credibili e decisamente poco informate oggi, nella seconda metà della prima decade del 2000, non convincono nessuno, la rivoluzione liberale in musica passa attraverso quello che io chiamo liberal-pop, l'unica vera valanga reazionaria rispetto alle stars che fanno a gara per che è più anti-Bush, per chi è più ambientalista catastrofista, per chi è più sensibile allo spostamento delle ricchezze dalle tasche del capitalismo occidentale a quelle dei dittatori dei paesi poveri, basta, per chi non crede a questa ipocrisia politcamente corretta non resta che passeggiare per le eleganti avenues del liberal-pop.

Friday, October 20, 2006

Lo spririto è mio.. e lo gestisco io



Mi accorgo che una parte degli intellettuali che vivono il nostro tempo, ci conferma che il pensiero razionale occidentale è in crisi.
Si potrebbe rispondere che fortunatamente non è la prima volta che avviene e che spesso, questo ripiegarsi in sè stessi per un attimo, è a lungo termine salutare, oltre che sintomo di fermento intellettuale.
Una cosa è certa, non tutti hanno bisogno di qualcuno che ricordi loro che la ragione, se si fa contaminare ogni tanto dalla spiritualità, è buona cosa, non tutti hanno bisogno che arrivi il teo-con o il teo-dem a redarguirci dalla caduta nel limbo del secolarismo.
Dagli States ci viene una lezione, la neutralità (come scrive Rocca sul Foglio) del Bill of Rights rispetto alle religioni, non la sua separazione dalle religioni, e il plurale non è cosa secondaria, ma sopratutto il fatto che il cattolico americano cerca sempre meno nel voto, un ricongiungimento coi valori dello spirito, rifiutando in modo maturo la rincorsa dei Democratici verso i Repubblicani nella conquista del Catholic Vote.
Teo-Cons e Teo Dem dovrebbero fare attenzione, non è certo in discussione la legittimità della loro azione politco-sociale, ma la sfiducia degli italiani nei confronti dei politici è molto alta, è quindi molto rischioso far rappresentare a loro quei valori ai quali molti cattolici non rinunciano, ma in nome dei quali non sempre richiedono una riorganizzazione del vivere civile e delle istituzioni.
Benedetto XVI ci ricorda che all'inizio dell'essere cristiano c'è l'incontro con Gesù Cristo, credo uno degli uomini più imprevedibili che siano mai esistiti, in virtù di queste parole mi auguro che i cattolici continuino ad agire, evitando una classe politica che ancora una volta si intrufola nei luoghi della libertà individuale cosciente.

Thursday, October 19, 2006

...ma tu che ci fai a destra ?!

Quanti di voi, come me, si son sentiti chiedere : "Ma tu, che ci fai a destra ?", con quella specie di stupore un pò finto, di chi crede di conoscere bene la storica accoglienza materna della sinistra, quella sinistra che tiene i fili dell'anti-conformismo col trattino, che ne decide i limiti, che dirige i tempi e i modi della nostra creatività.
"Ma tu, che ci fai a destra ?", io che suono la chitarra, io che vado al cinema e che ordino in videoteche polverose tutti i films di Werner Herzog, con sottobraccio un quotidiano scomodo al Governo in charge, io che mi faccio la tessera ARCI per andare a vedere un concerto in un circolo, e chissenefrega.
"Tu che ci fai a destra ?!" come se la sensibilità nei confronti di quei tre/quarti di mondo che "non ce la fa" stesse tutta dalla loro parte, la sinistra madre e padre di qualsiasi figlio, anche di quello di cui non c'è tanto da andare orgogliosi perchè si impegna poco.
"Che ci fai a destra tu!?", io che ho questa barba che mi rende "unfit" ad un volantino di Forza Italia, io che metto il gessato e la cravatta quando alle riunioni politiche tutti hanno l'ormai celebre maglioncino sulle spalle, io che non vado a tempo quasi mai, nel mio tempo.
"Tu che ci fai a destra ?", io che son scappato in India per due mesi, a giocare coi bambini, e lì è pieno di bambini, perchè se ne mettono al mondo troppi, non come me, che stò pure col centro destra.
Bene, ti rispondo, sai che ci faccio a destra ? Stò a dimostrare che qualcosa grazie al cielo ha mandato all'aria i vostri piani, quelli di avere il copyright degli esprits libres, dei disordinati, degli anarco-sentimentali, insomma, di quelli che ad esempio dicono che si deve privatizzare mamma-Rai, quelli che il cordone ombelicale con lo Stato l'hanno reciso da un pezzo in nome di una matura libertà individuale, che non è certo di sinistra, quelli che vanno a vivere da soli, prima possibile, a fare i conti con la vita tutta.
E facendoci i conti, con questa vita, ti accorgi che non c'è libertà maggiore di quelli che generano ancora stupore per qualcosa, qualcosa di strano che hanno addosso, e che li rende uomini anzichè figli di una "Mamma Sinistra" che salutiamo per l'ultima volta, dalla macchina, guidando verso nuove strade, verso Destra.

Wednesday, October 18, 2006

Advices





Due consigli : se siete in giro a Roma, andate a vedere la Mostra "Viva la pittura" di Matisse e Bonnard, al Complesso del Vittoriano.



Non andate a vedere il film "The Lady in the water" di Shyamalan, oppure, andate a vederlo per capire come il regista de "Il sesto senso" è riuscito ad autodisintegrarsi artisticamente con un solo film.

Diamo un'anima libertaria al centro destra

La nostra Associazione, European Liberals, è nata con il fine molto ambizioso di organizzare una visione liberale dell’Europa che vogliamo, nella quale la politica nazionale sia ridimensionata al pari di una politica locale, il nostro lavoro è oggi orientato ad individuare le personalità liberali in Italia, e a presentarle opportunamente al contesto liberale europeo che stiamo cercando di coordinare, anche in altri paesi dell’UE.

Questo ci porta ad analizzare, non con minore attenzione, la situazione politica nazionale in un momento cruciale come questo, in cui la discussione sulla finanziaria del Governo Prodi diventa una ottima occasione per stanare chi è davvero liberale, e quindi lontano dalla logica del “tassiamo di più per spendere di più, accanendosi sul ceto produttivo”, che sembra caratterizzare tutta la manovra.

Due sono gli accadimenti politici nel centro destra sui quali le forze liberali devono comunque fare attenzione, a mio avviso, per trarre il maggior profitto da un eventuale coinvolgimento :

- la spinta all’interno di Forza Italia, nel ripristino di una maggiore democrazia interna, per intenderci quello che viene inteso nello slogan “una tessera un voto”, per la creazione di una classe dirigente eletta dagli iscritti non paracadutata dall’alto…

- Il processo in atto nel centro destra, volto alla costituzione del Partito delle Libertà o Partito dei Moderati, viene a mio avviso affrontato, in questa sede e dalle personalità facenti parte del Manifesto, in modo riduttivo o quantomeno affrettato, io ad esempio, non credo sia velleitaria una partecipazione delle forze liberali a questi due processi in atto, mi spingo quasi a considerarlo un dovere vista anche la giovane età di molti dei presenti.

Il terzopolismo è una realtà dalla quale i liberali devono non partire ma, semmai, alla quale arrivare, dopo aver scelto lo schieramento da dove sia possibile raggiungere l’elettore che oggi si lamenta delle scelte scellerate del nuovo Governo, ma non nasconde nemmeno una insoddisfazione nel lavoro di quello precedente, nella accelerazione della modernizzazione economico-sociale che, con molte difficoltà, è stata solo accennata.

E’ un fatto che oggi il bipolarismo è ben radicato nella testa dell’elettore, da qui dobbiamo quindi partire, prendendo come esempio il bipartitismo americano e la moltitudine di voci che albergano all’interno dello schieramento dei Repubblicani piuttosto che in quello dei Democratici .

Io non ho alcun dubbio nel ritenere che questo lavoro andrebbe svolto nel centro-destra e, in particolare, con Forza Italia, se non addirittura al suo interno, non mi piace l’idea dello “oramai tutto è perduto”, né la convinzione che il pensiero liberale sia equidistante dai due poli che dominano la vita politica del nostro paese.

E’ solo dopo una partecipazione - che è il riappropriarsi della fiducia dell’elettore, nella riforma liberale – all’interno dei due processi più importanti che coinvolgono la Casa delle Libertà, che si costruisce il cammino per la creazione di un forte riferimento politico liberale, che si sostiene con le sue gambe, forte delle idee, e soprattutto, della visione di un futuro in cui l’individuo e le sue capacità, in un libero mercato, siano al centro della nostra vita politica.